… così si dice a Bologna

le TOVAGLIETTE

Modi di dire, termini e locuzioni derivate dal dialetto Bolognese e spesso italianizzate a scopo di maggiore espressività. Dopo un periodo di ricerca, sono stati raccolti su tovagliette (sotto-piatto e copri-vassoio), che potrete ritrovare sui tavoli di feste e sagre paesane dove si possono degustare le carni del

magazzino delle carni


TOVAGLIETTA nr. 1

  • A Bologna non si lecca, si pilucca,
  • ma se c’è pilucco, c’è caos e confusione.
  • A Bologna il rimbambito è uno slapazucco.
  • A Bologna, se sei fortunato, ti va di lusso.
  • Quando indossiamo un abito nuovo, lo spianiamo.
  • A Bologna non si picchiano le persone, ma si bussano.
  • A Bologna non trovi scarafaggi, ma ci sono i burdigoni.
  • A Bologna, se gli ‘ormoni vanno a mille’, siamo in sverzura.
  • A Bologna si sta bene in compagnia a festeggiare e far balotta.
  • A Bologna, quando si eseguono piccoli lavori, si fanno dei ciappini.
  • A Bologna, se parli a vanvera: ma cosa bacagli (non sai quel che dici).
  • A Bologna non abbiamo il portamonete per ‘gli spiccioli’, abbiamo il catuino.
  • A Bologna, quando siamo stanchi e ci rilassiamo sul divano davanti al televisore, ci polleggiamo.
  • A Bologna, Lu-lé e Li-là sembrano personaggi dei cartoni, ma stanno solo ad indicare Quello e Quella.
  • Se sei insofferente all’indecisione: c s à fègna, andègna o stègna? (cosa facciamo, andiamo o stiamo?)

TOVAGLIETTA nr. 2

  • A Bologna non corteggi, ma intorti.
  • A Bologna, taffiare è mangiare bene.
  • A Bologna non dici ‘basta’, ma bona lé. 
  • A Bologna, un’offerta conveniente è una bazza.
  • A Bologna il raffreddore non si prende, ma si busca.
  • A Bologna, quando hai bisogno di coccole, si fanno i covini.
  • A Bologna, se stai frugando creando disordine, stai ravanando.
  • A Bologna, se hai perso una sfida o una gara, hai preso la paga.
  • A Bologna, se c’è grande confusione di cose o persone, c’è un gran malippo.
  • A Bologna, se ti innamori, non vai in ‘brodo di giuggiole’, ma in brôda ed fasû.
  • A Bologna, se non conosciamo la quantità esatta, arrotondiamo con: … e sblisga.
  • A Bologna quando siamo di cattivo umore, seri ed accigliati, mettiamo su il grugno.
  • A Bologna, dopo uno starnuto, non si augura ‘salute’, ma bandessa (invocando una benedizione).
  • Se siamo disperati, facciamo una promessa: se mi va fatta bene, stavolta vado a San Luca a piedi.
  • A Bologna si guzza (termine dai molti significati, come: arrotare lame, rubare cose altrui, ecc. ecc).

    TOVAGLIETTA nr. 3

    • A Bologna non si inzuppa, si toccia.
    • A Bologna non vai forte, vai a busso.
    • A Bologna non ti scontri, ti inzucchi.
    • Quando fa freddo: mo soccia che zagno.
    • E se il freddo è tanto: è un zagno del 32.
    • E se c’è un vento forte: mo soccia che buriana.
    • A Bologna non abbiamo il pattume, abbiamo il rusco.
    • A Bologna non c’è la polvere sotto i letti, ci sono i gatti.
    • A Bologna, se sei ‘conciato male’, hai preso una sacagnata.
    • A Bologna, se un cibo è asciutto e difficile da inghiottire, t’impaluga.
    • Se uno fa lo ‘stupidotto’, lo si implora di ‘non fare l’asino’: mo brîsa fèr l’èsen.
    • A Bologna, se avverti un insopportabile cattivo odore: c’è una landra che non si sta vicino.
    • Se uno esprime il proprio pensiero senza manifestare chiaramente ciò che pensa, sta in camuffa.
    • I nonni, da giovani, erano forti e anche ottimi saltatori: mé, a la tô  etè, a saltèva i fôs par la lónga,  (io alla tua età saltavo i fossi per la lunga), col piò in spâla (con l’aratro in spalla).

    TOVAGLIETTA nr. 4

    • A Bologna, chi ha talento ha sbuzzo.
    • A Bologna, l’ubriaco ha preso una ciozza.
    • A Bologna ‘on the rocks’ è col giazzo.
    • A Bologna, un forte acquazzone è uno squasso.
    • A tavola non ci sporchiamo, ma ci impadelliamo.
    • A Bologna, sul prato non c’è la brina, c’è la guazza.
    • A Bologna, un cibo indigesto e stopposo è tamugno.
    • A Bologna, una persona antipatica e sgradita è sgodevole.
    • A Bologna, un bacio tra due amanti appassionati è un fiocco.
    • A Bologna, se uno ti ‘attacca un bottone’ infinito, ti pianta una gran tomella.
    • A Bologna, quando veniamo provocati e perdiamo il controllo, ci scende la catena.
    • A Bologna, gli anziani non vanno in giro col bastone da passeggio, ma con la zanetta.
    • A Bologna, se non riesci a dormire ti prilli nel letto e per rilassarti mastichi la cicles (gomma).
    • A Bologna, se uno ha un naso ‘importante’ e molto pronunciato: soccia che canappia che ha lui lì.
    • Se un cibo non ci piace è tristo. Se uno gioca male è tristo e se gioca molto male è tristo che puzza.

    TOVAGLIETTA nr. 5

    • A Bologna i bambini sono i cinni,
    • e li portiamo all’esilo ogni mattina.
    • A Bologna non sei pallido, ma sei sbiavdo.
    • Non giochiamo a nascondino, ma a cucco.
    • A Bologna se sei molto generoso, sei spanizzo.
    • A Bologna, se hai tanti capelli, hai un gran bulbo
    • A Bologna non si ride, ma si ghigna e si sghignazza.
    • A Bologna non sei ‘fuori di testa’, sei fuori dai coppi.
    • A Bologna non diciamo ‘aprimi la porta’, ma: dammi il tiro.
    • A Bologna, le belle ragazze sono tutte delle gran belle gnocche.
    • A Bologna, quando non siamo d’accordo, diciamo: moché, moché, moché.
    • Se, al contrario, c’è pieno accordo, confermiamo con: a t al dégg (te lo dico).
    • A Bologna non mettiamo i pantaloni, ma infiliamo le braghe sopra alle braghette.
    • A Bologna, se un bambino sbaglia e merita una ‘strigliata severa’, gli fai una gran cioccata.
    • A Bologna è facile sentire le vecchiette che alla domanda del salumiere: altro? rispondono con: altro.

    TOVAGLIETTA nr. 6

    • A Bologna, se inciampi, scapuzzi.
    • I bambini invece di frignare gnolano.
    • A Bologna non usiamo il lievito, ma la dose.
    • La ‘regina della casa’ è solo lei: l’arzdoura.
    • A Bologna asciughiamo piatti e posate col burazzo,
    • dopo averli lavati nel secchiaio (lavandino della cucina).
    • A Bologna non si mastica, ma si biascica,
    • e se ‘fai le ore piccole’, sei un biasanot (mastica notte). 
    • A Bologna, molto è dimondi e tantissimo è uno sbanderno.
    • A  Bologna, se sei povero e non hai soldi, hai una gran pluma.
    • A Bologna, se sei molto ricco e hai tanti soldi, hai della gran pilla.
    • A Bologna, se una cosa o una persona hanno scarso valore, sono degli sdozzi.
    • A Bologna, se al momento ti sfugge il nome di un oggetto, si rimedia con coso o bagaglio.
    • A Bologna, quando una cosa è difficile che si realizzi: ‘è più facile che Galvani volti pagina’: mo l é pió fâzil che Galvani al vôlta pagina (riferito alla statua di Galvani nell’omonima piazza).

    TOVAGLIETTA nr. 7

    • A Bologna chi mangia molto è un ludro,
    • Se vuoi tutto, prendi rusco e brusco.
    • Se hai un mancamento, hai un prillone.
    • A Bologna un piccolo urto è un cuccio,
    • ma se è forte come un pugno è una ghega o un cartone,
    • se lo prendi in faccia, il naso non si schiaccia, ma si squizza.
    • A Bologna, se non sei ‘sveglio’ o poco intraprendente sei lesso.
    • Se non sai rammendare o aggiustare le cose, fai solo dei castroni
    • A Bologna, se sei ‘grezzo’ e un po’ cafone, sei un gran maraglio.
    • A Bologna, se vai via e ‘ti levi di torno’, ti scavi dai piedi.
    • A Bologna, non si fanno scherzi insidiosi, ma si fanno le catture.
    • A Bologna, se un attrezzo o un congegno non funziona, è proprio un lambicco.
    • A Bologna, non si danno o si prendono fregature, si danno o si prendono zuccate.
    • Quando a Bologna c’è del fisso, o c’è un sacco di gente oppure la cosa è densa e opaca.
    • A Bologna, un ragazzo alto e atletico è uno stornello, se è anche ‘giusto e fico’, è una gran càrtola.

    TOVAGLIETTA nr. 8

    • A Bologna chi imbroglia fa i balottini.
    • Se non hai la pistola, sei senza berta.
    • A Bologna non si gode, ma si sguazza.
    • A Bologna, se vuoi scappare veloce, devi telare.
    • A Bologna, se ne hai a sufficienza, ne hai abasta.
    • A Bologna, se hai ingegno e competenza, hai dell’usta.
    • A Bologna, una persona molto simpatica è una gran pagella.
    • A Bologna, un oggetto che si è rotto in mille pezzi è sbrindellato.
    • A Bologna, se sei abituato ad una situazione o a qualcosa, sei avviato.
    • A Bologna, se una cosa è uguale o anche simile a un’altra, è cumpagna a quella.
    • A Bologna, se uno è inadeguato e grossolano nei modi di fare, quello è un bazurlone.
    • A Bologna, se riesci a mettere da parte un piccolo ‘gruzzolo’, ti sei fatto il maghetto.
    • A Bologna, se sei fuori dal tempo’, impacciato e goffo, sei un sabadone.
    • A Bologna, sulle tagliatelle, non grattugiamo il ‘grana’ o il ‘parmigiano’, ma la forma.
    • A Bologna, se ti scoprono, anche se eri sicuro di aver fatto tutto di nascosto, ti hanno brozzato.

    TOVAGLIETTA nr. 9

    • A Bologna lo sfortunato l’è un sfighè.
    • Se non sei affidabile, sei un baggiano.
    • Chi ha il mento lungo, c’ha la gaggia.
    • A Bologna lo scarico otturato è stopato o munito.
    • A Bologna, i semi di zucca essiccati sono brustulini.
    • A Bologna, se non sai fare nulla, sei una boccia persa.
    • A Bologna, quando i muratori spalmano l’intonaco, stabliscono.
    • A Bologna, quando uno è stanco e si addormenta sul divano, s’ingubbia.
    • A Bologna, se sei poco abile o incapace nel tuo lavoro, sei uno scalzacane.
    • A Bologna, se una persona è pigra e svogliata, è un tintinbriga.
    • A Bologna, se togliamo la neve da strade e vialetti, facciamo la rotta.
    • A Bologna, se ti chiedono: quanti ne hai? … e ne hai tanti, rispondi: a baluus.
    • A Bologna, se sei un ingenuo ‘tontolone’ e ti fai fregare da tutti, sei un patalucco.
    • A Bologna, se non osservi il codice della strada, la multa non te la fa il vigile, ma il pulismano.
    • A Bologna, se un soggetto è inaffidabile, racconta ‘balle’ e si dà arie da intenditore, è un ciocapiatti.

    TOVAGLIETTA nr. 10

    • A Bologna, se hai prurito hai scadore.
    • Se sei ipocrita e falso, sei un saraffo.
    • Un bicchierino di liquore è un cicchetto.
    • A Bologna la bottiglia di vino è una boccia.
    • A Bologna troppe bocce ti mandano in cassa (ubriaco).
    • A Bologna, se finisci le sigarette, chiedi: c’hai una paglia?
    • A Bologna, chi ha i piedi grandi ha delle gran fette.
    • A Bologna, se una persona si fa fregare ingenuamente, è un pistolone.
    • A Bologna, se in tasca non hai nemmeno una monetina, non c’hai un ghello.
    • A Bologna la ‘robetta da niente’ e di poco valore è tutta sbagiuzza.
    • A Bologna, se passeggi sotto la pioggia, evita il paciugo (fanghiglia o melma).
    • A Bologna, se mi concedo un riposino ristoratore dopo pranzo, faccio gabanella.
    • A Bologna, se un cosa o un congegno sono spesso rotti o funzionano male, sono farlocchi.
    • A Bologna puoi incontrare gli umarell (pensionati specializzati nel controllo dei cantieri stradali).
    • E’ tipico dell’umarell dondolare la testa con le mani dietro la schiena esternando critiche all’operato.

    TOVAGLIETTA nr. 11

    • Un evento fortunoso è uno sghetto.
    • Peggio del ceffone c’è lo smataflone.
    • A Bologna non si impreca, si scanchera.
    • A Bologna un pasto poco invitante è sbobba.
    • A Bologna, se vuoi rimediare, ci metti una pezza.
    • Se vuoi liberarti di una persona, devi dargli la molla.
    • A Bologna persone e cose di scarso valore sono sdozzi.
    • A Bologna, una capigliatura lunga e disordinata è una caviera.
    • A Bologna, se sei in ritardo occorre accelerare, devi sminciare.
    • A Bologna, ‘schiva’ i fittoni perché sono ostacoli fissi di pietra o cemento.
    • A Bologna, se mangi molto e sregolato, ti aumenta il ‘girovita’ e metti su la buzza.
    • A Bologna, se rientri dalla passeggiata bagnato fradicio, hai preso un gran batedo d’acqua.
    • A Bologna, se raccogli di tutto e non butti nulla, anche cose inutili, sei proprio un solfanaio.
    • A Bologna il moroso o la morosa, non sono cattivi pagatori, ma fidanzato e fidanzata.
    • Dopo l’ennesima strigliata della morosa, vedi di campanare in fretta! (capire bene e velocemente).

    TOVAGLIETTA nr. 12

    • Chi è distrutto dalla fatica è sfatto.
    • Infastidire costantemente è zagnare.
    • Se la doccia non scarica, la devi smunire.
    • Una zanzara non ti punge, ma ti dà un beccotto.
    • A Bologna, se ‘dai di matto’, sei fuori di sparadello.
    • A Bologna non diciamo: ‘falla finita’, ma: riga e bona lè.
    • A Bologna, se sei astuto e hai ‘l’occhio avanti’, sei sgamato.
    • A Bologna, se non ci arrivi, chiedi aiuto: dai, slungami il giornale.
    • A Bologna, se devi ‘stendere il bucato’, ti servono i ciappetti (mollette).
    • Chi ha bisogno di ‘esibire’ per sentirsi considerato, fa lo sborone.
    • Se, invece, fai lo sborone con ‘capacità’ e simpatia, allora sei un califfo.
    • Se un califfo rompe le scarpe, va in centro e ‘si fa due fanghe di prima (categoria)’.
    • A Bologna, un qualsiasi intruglio da bere, liquido o quasi, alcolico e non, è un beverone.
    • A Bologna, se l’intenzione è rimorchiare, devi ballare uno smorzone, un ballo ‘lento’, ‘molto lento’.
    • A Bologna, se sei alto, goffo e maldestro, in ordine di ‘merito’, sei: giando, giandone o giandonazzo.